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Messaggio Da Massimo84 Mar Giu 09, 2009 3:54 pm

L'ehrlichiosi del cane è una malattia infettiva del cane trasmessa da zecche e causata da un patogeno intracellulare obbligato appartenente al gruppo delle rickettsie e denominato Ehrlichia canis.

L'Ehrlichiosi è una malattia parassitaria trasmessa dalle zecche del cane ( Rhipicephalus sanguineus e Dermacentor variabilis ) e causata da un batterio Gram negativo, parassita endocellulare obbligato, identificato come Ehrlichia canis , appartenente alla famiglia delle Rickettsiaceae (anche se la sua classificazione ancora è incerta, giacché sembra collocarsi a metà strada tra virus e batteri).
Perché la trasmissione del parassita avvenga però la zecca deve rimanere attaccata almeno per 48 ore di seguito alla sua vittima.
Esso si moltiplica unicamente nel citoplasma delle cellule mononucleate dell'organismo (ovvero monociti, macrofagi, linfociti ematici e cellule del sistema reticolo-istiocitario di fegato, milza, e linfonodi).
La zecca è il serbatoio naturale di Ehrlichia: basti pensare che la durata di vita del vettore di aggira attorno ad 1 anno e mezzo, che un adulto di zecca può sopravvivere senza nutrirsi per ben 19 mesi e che può continuare a trasmettere i batteri al cane nei 155 giorni successivi al pasto di sangue infetto.
Quando una zecca infetta (ninfa o adulto) morde un altro cane, nella sede d'infissione della zecca si crea un forte flusso di cellule infiammatorie mononucleate, che favorisce la disseminazione dei batteri nell'intero organismo del cane.
Bisogna ricordare inoltre che un'altra modalità con cui avviene la trasmissione della malattia sono le trasfusioni di sangue da donatori infetti.
L'Ehrlichiosi canina è una malattia diffusa in tutto il globo, diagnosticata principalmente nelle aree tropicali e subtropicali, così come in quelle al di sotto del 45° parallelo di latitudine dell'emisfero settentrionale.
La malattia è endemica e prevalente in USA, America centrale, America meridionale, isole Caraibiche, Europa meridionale, Africa, Medio Oriente e Asia, Cina inclusa.
In Giappone è stata descritta solo occasionalmente; mentre l'Australia sembra esserne esente.
La forma acuta inizia dopo 2-3 settimane circa dall'infezione e si caratterizza per la presenza di febbre alta e letargia (due sintomi abbastanza aspecifici); ma altri sintomi sono associati alla replicazione e alla diffusione del parassita nell'organismo: scolo oculo-nasale, anoressia, debolezza, dimagramento e aumento di volume dei linfonodi.
In questa fase, che in genere tende a risolversi spontaneamente in 2-4 settimane, ci sono solo lievi alterazioni di laboratorio: tromobocitopenia (diminuzione delle piastrine), leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi) e anemia (calo dei globuli rossi).
La forma subclinica o subacuta è un'infezione della durata variabile tra 1 e 4 mesi, che apparentemente non dà sintomi evidenti, se non un vago malessere, anzi il peso del cane si normalizza e lo stato febbrile si risolve; a volte questa condizione può persistere per anni e ci sono casi in cui il cane riesce persino ad eliminare da solo il batterio; come unica alterazione potremmo avere lievi cambiamenti dei parametri ematici, per quanto riguarda la conta delle piastrine e dei globuli bianchi.
In questa forma l'animale potrebbe diventare un portatore sano dell'infezione.
Quando però le difese immunitarie per un qualsiasi motivo dovessero subire un calo, come in caso di stress o per la presenza di altre malattie concomitanti, allora l'infezione può manifestarsi gravemente in forma iperacuta e in alcuni casi anche dopo anni, esitando in un'emorragia fatale (soprattutto quando intervengano cause autoimmuni).
La forma cronica si caratterizza da dimagramento (il cane si presenta cachettico), aumento di volume dei linfonodi (linfoadenopatia) e della milza (splenomegalia), e comparsa di edema degli arti e dello scroto.
Inoltre, conseguentemente ad un'alterazione del midollo osseo, si ha una pancitopenia, ovvero un drammatico calo di tutte le cellule del sangue.
Infine possono comparire anche segni neurologici (convulsioni, atassia, iperestesia, anisocoria, ecc.), dovuti principalmente ad una meningite infiammatoria o emorragica e in alcuni casi una zoppia, con andatura rigida dovuta a poliartrite.
La gravità della malattia dipende da vari fattori, come dalla giovane età dell'animale colpito, dalla patogenicità superiore di alcuni ceppi del parassita rispetto ad altri, dalla presenza contemporanea di un'altra patologia, dalla razza del cane (p.es.: il pastore tedesco sembra essere più sensibile).
La diagnosi di questa malattia viene di solito formulata sulla base di una combinazione di più segni: reperti clinici (febbre, emorragie, dimagramento, zoppie, segni neurologici e oculari) ed alterazioni di laboratorio, sia ematologiche (trombocitopenia, anemia non rigenerativa, leucopenia o pancitopenia) che sierologiche (iperproteinemia, iperglobulinemia, ipoalbuminemia, aumento di ALT e ALP).

Massimo84

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